Giorgio Bartocci: l’arte dal centro dell’ubiquo

Giorgio Bartocci Interview Wood'd
Credits: Davide Di Tria

Giorgio Bartocci, la street art ai limiti del possibile.


Primavera, tempo di scendere per strada, alzare lo sguardo e buttare l’occhio sulle città che tanto amiamo. Invadere gli spazi aperti e godersi ciò che ci circonda. E questo sarà sempre più facile, finché artisti come Giorgio Bartocci riempiranno di colore i muri e gli spazi che abbiamo attorno. Abbiamo incontrato Giorgio due mesi fa in Paolo Sarpi, a Milano, dove stava concludendo uno dei suoi ultimi lavori, alla Fabbrica del Vapore. Ci ha raccontato un po’ di retroscena del suo lavoro, ciò che lo ispira e lo motiva a cambiare in continuazione. Della strada che lo ha portato dai graffiti alle gallerie, fino alle ultime installazioni architettoniche e naturaliste. No more spoilers, leggete fino in fondo, e godetevi la bomba che Giorgio ha preparato per Wood’d. It’s the Design Stories way, folks!


Ciao Giorgio, ci racconti chi sei e cosa fai?
Ciao sono un graffitista, vivo a Milano e lavoro nell’ambito dell’arte urbana e del design. Anni fa affermavo di me “vivo immerso in una sorta di tensione creativa che è l’ansia e il ritmo quotidiano”, oggi trovo un po più armonico il mio approccio ma non lo so per certo.

Giorgio Bartocci meets Wood'd and the design Stories | Wood'd Uncovered

Parlando di vita quotidiana e abitudini, come è fatta la tua giornata?
Credo che il rapporto tra l’Arte e la Vita quotidiana sia unico, ho uno strano rapporto con la routine, cerco sempre di differenziare le giornate mantenendo questa sensazione-ansia di rinnovamento dello stile, per riuscire a produrre di continuo opere che si sviluppano in diversi momenti e luoghi, in una sorta di ubiquità di sé stessi. Sono affascinato dalle variabili nella giornata, non sempre, ma spesso. Le cose inaspettate possono essere delle belle sorprese che cambiano i contesti di routine, delle volte sono piacevoli spunti progettuali.

Giorgio Bartocci at work on a mural wall

Dove trovi ispirazione e cosa influenza maggiormente il tuo lavoro?
Recentemente sono molto influenzato dal movimento di elementi, corpi, organismi dilatati, fluidificati, silhouette che ritraggono tutti gli elementi primordiali. Ora sto dando  maggiore intensità e ricorrenza verso la scelta cromatica, e sono assuefatto dall’utilizzo di cromatismi metallizzati che ritrovo spesso in natura e nella meccanica, tentando di esaltarli attraverso la densità della mia pittura, come fossero delle campionature di tempi differenti. Traggo ispirazione dalla società e dall’ambiente circostante, dall’istinto e da molteplici sfere emotive interiori, spesso semplicemente da quello che mi trasmette un landscape, ad esempio trovo forte potenzialità espressiva in un luogo che devo dipingere. Il mio lavoro sta diventando sempre più ambientale, amo applicare la pittura come fosse un pattern, avvolgendo le pareti o le architetture stesse con questo linguaggio. Spesso replico la cosa su tela o su tessuti.

Giorgio Bartocci X Wood'd Collaboration

Come hai sviluppato lo stile che ti contraddistingue? Quali credi siano gli elementi identificativi del tuo lavoro?
Credo che la crescita di un’autore possa elevarsi solo quando il proprio prodotto/stile diventa una sorta di linguaggio, un mezzo di forte potenzialità emotivo-espressiva, che possa aprire ad una riflessione interiore o collettiva.
Non so identificare da solo quello che sto producendo, viviamo in un periodo storico molto intenso e ricco di contaminazioni tra virtuale e reale, la velocità della vita è sempre in aumento, idem la comunicazione, e trovo che nel mio lavoro si rifletta questa connessione continua con tutti noi, identifico nei miei viaggi una sorta di nuova “aereopittura” futurista. Un’idea di superamento delle dimensioni tradizionali, mutando gli ambienti con la velocità e la frenesia della nuova era, attraverso forme fluide inneggiando alla volontà di raggiungere Armonia.
Ritengo che fare arte non deve essere uno strumento di espressione autoreferenziale ma una continua ricerca di un linguaggio astratto orientato verso tutti.

Wood'd meets Giorgio Bartocci

Sei uno di quelli che, più di altri, sono riusciti a fare il “passo” dalla street art alle gallerie. Come pensi possano e debbano interagire oggi i due mondi?
Generalmente il mio lavoro spazia dal collage alla pittura, dal product design alle grandi pareti, da installazioni a sculture.
La mia produzione avviene da diversi anni in un laboratorio sotterraneo, alcune opere vengono bene solo lì, alterno questo spazio Indoor-outdoor sui Navigli, ad un’altra location in zona Centrale F.S. per comporre formati di differenti dimensioni. Inoltre, recentemente ho iniziato a sviluppare delle produzioni in uno studio-laboratorio presso il Tempio del Futuro Perduto, uno studio versatile che mi permette di produrre e documentare manufatti per installazioni e sculture, a contatto con altri Autori, Fotografi, Musicisti, Dj’s e Producer.
Non mi definisco un vero e proprio street artist, perché nasco dal graffiti writing, e parallelamente da discipline artistiche e ricerche accademiche.  Credo che il rapporto con le gallerie, festival e residenze d’artista, completi ed elevi notevolmente il lavoro progettuale del muralista contemporaneo.

Wood'd Artist Collaborations: Giorgio Bartocci

Adesso, per il prossimo Salone del Mobile, hai lavorato con Odd Garden per la presentazione di una serie di opere utilizzando materie naturali. Ce ne parli?
Sono molto affascinato dal legno ed il suo rapporto con la terra e il paesaggio urbano, da alcuni anni sto progettando pareti lignee con elementi tridimensionali, estratti, fogli, pelli di legno e rivestimenti dipinti ad hoc; ad esempio ho collaborato con i Grizz (Mattia Paco Rizzi e Luigi Greco), architetti e maestri del legno, per diverse installazioni di architettura temporanea urbana e progetti site specific che svilupperemo in futuro, utilizzando il legno come strumento vivo e gli ambienti come spazi d’arte fruibile.
Con Matteo Foschi, Art Director di Odd Garden, abbiamo sviluppato e realizzato a quattro mani un’installazione composta da frammenti di glicine e sculture lignee dipinte, l’opera è intitolata “Wisteria Autogena”, verrà presentata il 18 Aprile per il Fuorisalone in Via Arquà 16, con la partecipazione straordinaria di Ensi & E-Green.
Abbiamo aperto una riflessione-collaborazione fondendo i nostri precedenti background connessi con la cultura street che si intersecano con quello che facciamo adesso, la passione per il gardening e l’arte urbana.

Wood'd | Giorgio Bartocci | Odd Garden
Credits: Dave Renoldi

Abbiamo idealizzato dei progetti di street botanical art ambientale, basando tutto l’approccio sull’estetica del tempo: il progetto prevede la proposta ad istituzioni territoriali, un’ipotesi di pittura su parete che si nutre della crescita di piante verticali, come grandi green street art walls che mutano e cambiano ogni giorno, ogni stagione, ogni anno. Valutare l’uso di materie naturali organiche come un elemento autogeno, che genera estetica e attualità nel contesto urbano, mentre l’arte astratta come strumento di indagine di sviluppo in un territorio.

Wood'd Interviews: Giorgio Bartocci

Ultimo ma non ultimo, cosa hai preparato per Wood’d?
Per Wood’d mi piaceva esprimere una scena sospesa, ventosa e fluida, un disegno composto da figure iconografiche di etnie future che guardano oltre.

Guarda la bomba che Giorgio ha disegnato per Wood’d!

Giorgio Bartocci x Wood'd